Nuova Riveduta:

Geremia 17:11

Chi acquista ricchezze, ma non con giustizia,
è come la pernice che cova uova che non ha fatte;
nel bel mezzo dei suoi giorni egli deve lasciarle;
quando arriva la sua fine, non è che uno stolto.

C.E.I.:

Geremia 17:11

Come una pernice che cova uova da lei non deposte
è chi accumula ricchezze, ma senza giustizia.
A metà dei suoi giorni dovrà lasciarle
e alla sua fine apparirà uno stolto».

Nuova Diodati:

Geremia 17:11

Chi acquista ricchezze ingiustamente è come la pernice che cova uova che non ha deposto; nel bel mezzo dei suoi giorni dovrà lasciarle, e alla fine sarà trovato stolto».

Riveduta 2020:

Geremia 17:11

Chi acquista ricchezze, ma non con giustizia, è come la pernice che cova uova che non ha fatto; nel bel mezzo dei suoi giorni egli deve lasciarle, e quando arriva la sua fine, non è che uno stolto.

La Parola è Vita:

Geremia 17:11

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La Parola è Vita
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Riveduta:

Geremia 17:11

Chi acquista ricchezze, ma non con giustizia, è come la pernice che cova uova che non ha fatte; nel bel mezzo de' suoi giorni egli deve lasciarle, e quando arriva la sua fine, non è che uno stolto.

Ricciotti:

Geremia 17:11

La pernice cova le uova che essa non ha fatte; così chi ammassò ricchezze non coll'onestà, a metà de' suoi giorni le lascerà, e all'ultimo momento s'accorgerà di esser stato uno stolto».

Tintori:

Geremia 17:11

Come la pernice cova delle uova non fatte da lei così uno acquista ingiustamente delle ricchezze; ma alla metà dei suoi giorni dovrà lasciarle, e, all'ultimo suo momento, sarà un insensato.

Martini:

Geremia 17:11

La pernice cova le uova, che ella non partorì: così uno fa ricchezze, ma non con giustizia; le lascerà alla metà de' suoi giorni: nel suo fine sarà conosciuta la sua stoltezza.

Diodati:

Geremia 17:11

Chi acquista delle ricchezze, e non dirittamente, è come la pernice, che cova l'uova che non ha fatte; egli le lascerà al mezzo de' suoi dì, ed alla fine sarà trovato stolto.

Commentario abbreviato:

Geremia 17:11

5 Versetti 5-11

Chi confida nell'uomo, sarà come la brughiera nel deserto, un albero spoglio, un arbusto triste, il prodotto di un terreno arido, inutile e senza valore. Coloro che confidano nella propria giustizia e nella propria forza, e pensano di poter fare a meno di Cristo, fanno della carne il loro braccio, e le loro anime non possono prosperare nelle grazie o nelle comodità. Coloro che fanno di Dio la loro speranza, fioriranno come un albero sempre verde, la cui foglia non appassisce. Saranno stabili nella pace e nella soddisfazione della mente; non saranno in ansia in un anno di siccità. Coloro che fanno di Dio la loro Speranza, hanno in Lui quanto basta per sopperire alla mancanza di tutte le comodità delle creature. Non smetteranno di produrre frutti in santità e opere buone. Il cuore, la coscienza dell'uomo, nel suo stato corrotto e decaduto, è ingannevole sopra ogni cosa. Chiama il male bene e il bene male, e grida pace a coloro ai quali non appartiene. Qui il cuore è disperatamente malvagio; è mortale, è disperato. Il caso è davvero grave se la coscienza, che dovrebbe correggere gli errori delle altre facoltà, è complice dell'illusione. Non possiamo conoscere il nostro cuore, né cosa farà nell'ora della tentazione. Chi può capire i propri errori? Tanto meno possiamo conoscere il cuore degli altri o dipendere da loro. Chi crede alla testimonianza di Dio su questo argomento e impara a osservare il proprio cuore, scoprirà che si tratta di un'immagine corretta, anche se triste, e imparerà molte lezioni per orientare la propria condotta. Ma molte cose nel nostro cuore e in quello degli altri rimarranno sconosciute. Tuttavia, qualsiasi malvagità ci sia nel cuore, Dio la vede. Gli uomini possono essere imposti, ma Dio non può essere ingannato. Chi ottiene ricchezze, e non per diritto, anche se ne fa una speranza, non ne avrà mai la gioia. Questo dimostra quale sia l'angoscia dell'uomo mondano alla morte, che deve lasciare le sue ricchezze; ma anche se le ricchezze non lo seguiranno in un altro mondo, lo farà la colpa e il tormento eterno. L'uomo ricco si preoccupa di procurarsi un patrimonio e se ne sta seduto a rimuginare, ma non ne ha mai alcuna soddisfazione; con i suoi comportamenti peccaminosi non arriva a nulla. Cerchiamo di essere saggi nel tempo; quello che otteniamo, prendiamolo onestamente; e quello che abbiamo, usiamolo con carità, per essere saggi per l'eternità.

Riferimenti incrociati:

Geremia 17:11

Ger 5:27,28; 22:13,17; Prov 1:18,19; 13:11; 15:27; 21:6; 28:8,16,20,22; Is 1:23,24; Ez 22:12,13; Os 12:7,8; Am 3:10; 8:4-6; Mic 2:1,2,9; 6:10-12; 7:3; Abac 2:6-12; Sof 1:9; Zac 5:4; 7:9-13; Mal 3:5; Mat 23:14; 1Ti 6:9; Tit 1:11; Giac 5:3-5; 2P 2:3,14
Sal 55:23; Prov 23:5; Ec 5:13-16
Lu 12:20

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